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La Foresta dei Suicidi : Aokigahara 青木ヶ原

aokigahara foresta 2

 Aokigahara 青木ヶ原, o Jukai 樹海 ovvero mare di alberi, è una foresta conosciuta con il suo purtroppo nefasto nome di "Foresta dei Suicidi", luogo di presenze mistiche e misteriose e di tanto dolore.
 Aokigahara è una ampia zona verde, con altissimi alberi che si estende per 35 km² situata alla base nord-occidentale del Monte Fuji. 

 

La zona, nata dall’eruzione del monte Nagaoyama nell'anno 864, è caratterizzata da caverne lasciate dalle colate laviche che ha permesso la formazione di una fitta vegetazione, rendendo la zona piuttosto “cupa” e silenziosa oltre che presentare disturbi magnetici a causa della sua natura geologica.

aokigahara foresta

Questa sua particolare caratteristica ha creato la meta “perfetta” per coloro che cercano escursioni estreme, che spesso risultano disastrose. La configurazione della foresta rende difficile orientarsi, e la camminata a vista è resa complicata dalla folta flora e dalla presenza di alberi che sembrano tutti uguali. Per questo gli escursionisti tendono ad usare nastri che permetta loro di segnare il percorso per il ritorno. Questo però crea problemi perché la zona è all’interno del parco naturale del Fuji, un parco protetto e quindi salvaguardato. L’utilizzo di nastri e altri materiali che possono inquinare o deturpare l’ambiente stanno diventando un problema.

Purtroppo la zona è anche tristemente nota per le persone che ci si inoltrano per suicidarsi. Tanto che il nome "Foresta dei Suicidi", è talmente conosciuto e radicato in Giappone che non è neanche necessario nominare Aokigahara.

La foresta è stata “protagonista”, se mi passate il termine, di una escalation nei suicidi che hanno registrato un incremento notevole duranti gli anni. Tanto che le autorità locali hanno smesso di dare informazioni o statistiche sul numero di suicidi o ritrovamenti avvenuti per cercare di “ripulire” il nome di Aokigahara e non associarla più a una pratica così nefasta.
Difficile però ripulire una nomea che è cresciuta negli anni. La foresta stessa vede legata al suo nome un misto di mitologia e misticismo difficile da dissolvere.

Nel 19mo secolo la zona era legata a quello che veniva chiamato Ubasute 姥捨て, l’abbandono di una vecchia donna o più comunemente oyasute 親捨て l’abbandono di un parente.
In quell’epoca purtroppo la fame e le condizioni sociali della popolazione del ceto più basso erano pessime in Giappone e nei periodi più bui e pesanti di carestie o malattie, si abbandonava il membro della famiglia più anziano in un posto lontano, così da permettere ai più giovani e sani del nucleo famigliare di poter vivere, lasciando morire l'anziano da solo e lontano.

Ubasute japan

Nel 1960 la novella di  Seichō Matsumoto, Kuroi Jukai (Mare nero di Alberi), accresce la fama e la popolarità della Foresta conducendo, ahimè, più persone a farne il luogo della loro fine.

Seicho Matsumoto kuro

A tutto questo si lega la mitologia e il misticismo che fa della foresta la “casa”, la dimora degli Yūrei 幽霊,  ovvero spiriti o fantasmi, come qualcuno li chiama, di coloro che essendosi suicidati, e non avendo portato a termine il ciclo naturale della vita, lasciano le loro anime, i loro spiriti maledetti e furiosi ad “abitare” la Foresta.

Si narra che siano gli stessi Yūrei le cause di alcune sparizioni perché confondono la mente, entrano nel cuore della persona trovando quell’angolo buio, quella zona di tristezza che gli permette di ingannarli con suoni, visioni e molto altro, facendo si che diventino loro stessi parte della foresta.

La Foresta di Aokigahara è un posto incredibile e stupendo dal punto di vista paesaggistico, della sua flora e fauna. Camminare circondato da altissimi alberi e immersi così nella natura rinfresca lo spirito e l’anima. A patto di stare nel sentiero e non perdersi in percorsi alternativi.

Il Giappone è natura, storia ma è anche mito e folklore non per questo si dovrebbe sottovalutare alcuni racconti o storie che ci fanno da monito. Il rispetto della cultura e dei luoghi parte dal rispetto delle tradizioni locali.

 

 

Aokigahara, Chubu, Mauro Piacentini

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