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Molestatori sul Treno, Chikan 痴漢 Macchia del Giappone

chikan perverts japan

 
Chikan 痴漢 una macchia nera che non risparmia neanche i bambini e le bambine. Sono quei molestatori, nella maggior parte dei casi sui mezzi di trasporto, di cui si sente spesso parlare nelle cronache del Giappone.
Nelle settimane scorse in Giappone è diventato virale un video in cui 2 ragazze delle superiori che rincorrono un salaryman per la banchina della stazione gridando “nigeru na!” (non scappare) e chikan, espressione che si usa appunto per indicare il molestatore.

Una delle ragazze era stata molestata sul treno da quest'uomo ( la ragazza in fase di denuncia afferma gli sia stato palpato il seno) e, purtroppo cosa più rara che comune, ha trovato il coraggio di riprenderlo e seguirlo.

Quest'evento ha avuto un forte riscontro in Giappone, con commenti, interventi e discussioni sui social, portando a galla un fenomeno che ha purtroppo troppi lati oscuri. In questo clima di discussione mi hanno segnalato questo interessante post Twitter dell'utente e disegnatorice @ikng_0 che riporta le tipologie più comune di molestie subite, riportando i racconti di amiche/ci e conoscenti e ciò che è accaduto anche a lei. 

 

chikan perverts japanese trains


Partiamo dalla prima linea di immagini:

1) Accarezzare i capelli;
2) Sedersi accanto nonostante il treno sia vuoto o ci siano altri posti;
3) Premere o strusciarsi contro l'altra persona;
4) Appoggiare il mento sulla spalla;
5) Mettere il piede tra i tui. Questo spesso indica che il molestatore abbia una       
    camera nella 
scarpa così da poter riprendere sotto la gonna.

Nella seconda riga delle immagini troviamo:

6) Riversarvi adosso liquidi o fluidi ( si capisce di che tipo...) ;
7) Appoggiare la sua mano sopra la tua mentre ti tieni all'appoggio;
8) Annusa o lecca i tuoi capelli; 
9) Classico esibizionista.

Purtroppo queste cose, anche se alcune sembrano davvero strane, succedono e sono successe. Il peggio è che si trovano tra le vittime di questi squilibrati anche bambine e bambini, che vanno a scuola o tornano a casa. Pensate che trauma.

Da parte delle ferrovie e le metropolitane le campagne contro questo fenomeno sono aumentate, chi è stato in Giappone si sarà accorto dei molti cartelli a riguardo. Si affiancano ai classici cartelli informativi ( dove spiegano che è un reato, che bisogna denunciare, ect.) a quelli più d'impatta che utilizzano anche un tipo di comunicazione cara e diretta per i giapponesi: la grafica stile manga.



chikan perverts japanese trains 3

 

Il fenomeno è complesso e coinvolge aspetti della società giapponese che fanno riemergere alcuni dei punti deboli del Sol Levante. Mi ha sconvolto sapere che quesi episodi da parte di pervertiti siano più di quel che si possa immaginare, e come le vittime spesso non denuncino la cosa, non siano capaci o non vogliano bloccate questa spirale. 

Da un campione di ragazze intervistate per strada, riguardante il fenomeno, molte hanno confermato di esserne state vittima, e alla domanda "avete denunciato la cosa ?" tra le risposte troviamo "non ne ho avuto la forza", oppure ancor più grave "le carte per la denuncia e per avviare un'azione legale sono troppo complicate e lunghe", oppure "Non voglio che i miei amici o la mia famiglia lo venga a sapere".
Lo stesso campione scelto per le domande per strada a cui è stato chiesto "quali percentuali di colpa daresti al molestatore e a te". Incredibilmente le risposte non scaricano tutta la colpa sul molestatore, ma c'è un gran numero di intervistate che addirittura arriva ad addossarsi il 30% della colpa, come per aver avuto comportamenti o essersi vestita in modo tale da provocare.

Fa specie sentire queste cose da chi subisce, ma ricordiamoci che in giappone, la colpa, l'aver fatto o subito qulacosa di disdicevole in pubblico è un onta, che purtroppo ancora si trova nel tessuto della società giapponese.

Ritornando alle ragazze che inseguivano il molestatore e che lo hanno fatto arrestare, queste sono le notizie che si vorrebbero sentire. Reagire, non lasciar passare e anzi contrattaccare.

Cosa ne pensate?  

 

Chikan, Società, Mauro Piacentini

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