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Ojigi おじぎ L'inchino in Giappone le forme e i i significati

Fukai Nihon inchino2

 Inchinarsi in Giappone per salutare, accogliere oppure scusarsi è parte di questa cultura da tempi molto lontani ed è veramente radicata in ogni giapponese. Vediamo le differenze che ci sono, perché l'inchino in Giappone non è tutto uguale, cambia a seconda delle circostanze e di chi si ha di fronte.

L' Ojigi おじぎ, l'inchino in Giappone, è una tradizione, è nel tessuto della nazione stessa, è qualcosa di talmente radicato nella coscienza e nelle maniere dei giapponesi, che capita spesso vederli inchinare per chiedere scusa anche quando non ce n'è bisogno.

Cercando di capire il momento storico in cui ebbe inizio la "tradizione" dell'inchino, come spesso accade, abbiamo trovato diverse teorie ma non una unica. Alcune fonti lo fanno risalire agli usi legato alla religione shintoista, altre alle prime regole militari e cerimoniali introdotte dalla famiglia Ogasawara a partire dal Periodo Kamakura (1185 – 1333). 

Da allora le cose sono di certo cambiate, e le "regole" dell'inchino si sono diffuse in tutto il paese entrando sempre più nel DNA dei giapponesi. Ma non soffermiamoci all'apparenza del singolo inchino, perché questo è più complesso e sfaccettato di quello che si possa immaginare.

Possiamo suddividere e codificare l'Ojigi おじぎ a seconda di diversi fattori, tra i quali le diverse posizioni sociali e lavorative, che influenzano pesantemente la forma dell'inchino stesso. Vediamo  le 3 forme principali che sono arrivate fino a noi:

 

Fukai Nihon inchino

 


Eshaku会釈 : E' il saluto quotidiano, quello normale, quello che possiamo definire il meno profondo ed è usato principalmente verso amici, colleghi e conoscenti. La postura varia a seconda che sia un uomo o una donna. Il primo si inchinerà con un'angolazione di 15° tenendo le mani lungo i fianchi e sguardo in basso. Mentre la donna manterrà lo stesso angolo d'inclinazione ma le mani saranno entrambe giunte in avanti mantenendo sempre lo sguardo in basso.

Keirei 敬礼 : rivolto verso chi ci è "superiore" inteso come i propri capi o la posizione sociale. Prevede un'inclinazione un po' più marcata rispetto all'eshaku, arrivando a 30°, mentre la postura per uomo e donna rimane sempre la stessa della precedente.

Saikeirei 敬礼: la forma più pronunciata rispetto alle altre 2 con un angolo d'inclinazione di 45° addirittura. E' legato alla massima forma di rispetto, non viene usato spesso perché viene di solito associato ad eventi molto particolari, come per esempio in un’udienza con l’imperatore, o per porgere le più sentite scuse.
Un'altra forma d'inchino rientra tra quelle usate dai giapponesi, al giorno d'oggi non se ne ha molta traccia, anche se esiste ancora, ma viene considerato come "coercizione" una sorta di "bullismo" che subisce chi lo fa: il Dogeza 土下座.
Consiste nell'inginocchiarsi, con le mani congiunte in avanti ( o distanziate quasi a formare un arco) e il capo chinato, il massimo dell'umiliazione che appunto al giorno d'oggi è considerata come minimo inappropriata.

Fukai Nihon inchino3

Come abbiamo visto, l'inchino in Giappone è qualcosa di profondo che ha radici in un lontano passato, ma che influenza ancora oggi la società giapponese.

 

 

 

Tradizioni, Ojigi, Mauro Piacentini

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