Questa tecnica, che possiamo ritrovare col nome di kintsukuroi 金繕い, la si fa risalire al 15mo secolo quando un comandante giapponese mandò in Cina una sua tazza da tè perché venisse riparata. Al suo ritorno, la tecnica usata suscitò la curiosità di un vasaio locale che incominciò a pensare a diversi modi e tecniche che potessero dar "nuova vita"  a quelle ceramiche e porcellane che ormai sembravano destinate ad essere distrutte.

Negli anni '60 del Novecento Misao Jo, nel filare il suo Obi, si accorse di aver fatto un errore, gli mancavano alcuni fili dell'ordito. Ma guardando il risultato si accorse che il risultato era bello. Così da un errore nacque un nuovo modo di filare e la sua filosofia.

 A Miyazaki, nel sud del Kyūshū, c’è un piccolo negozio famigliare, che da 40 anni porta avanti la tradizione e la passione per i Kimono. Vi porto a conoscere la Famiglia Kodama e la loro professionalità nel creare questi capi incredibili.In Giappone c’è qualcosa che rappresenta il suo fascino, la sua attrazione, il tutto trova la sua essenza in un capo famoso nel mondo, il Kimono.

E' il titolo concesso in Giappone ad alcuni maestri sia per quel che riguarda le arti manuali (es: ukiyo-e, arte su carta, fabbricazione di spade e ceramiche), o a quelle di tradizioni recitative (es: bunraku, il kabuki e vari festival tradizionali i matsuri).

Il titolo è rilasciato a maestri o a categorie e soggetti associativi particolari per preservare le tecniche e le abilità artistiche che potrebbero andar perse nel tempo. Questo sarebbe un gran peccato non solo per il Giappone ma per la cultura mondiale.